Una riflessione della Presidente dott.ssa Serena Bontempi sulle ragioni e le modalità che hanno portato 30 anni fa alla creazione del Consorzio L’Arca.
A trent’anni si mettono alla prova le proprie scelte di vita, si mette su famiglia (o almeno nei paraggi dei trent’anni….), si sperimenta insomma l’adultità.
Ecco anche per noi, per il nostro Consorzio, è arrivato ora il periodo di vivere l’adultità o perlomeno di fare una riflessione se ci siamo veramente arrivate.
In tempi non sospetti, appunto trenta anni fa, un gruppo di colleghe che facevano lo stesso mestiere, avevano scoperto di avere gli stessi valori e anche, sorpresa (!), gli stessi modi per evidenziarli per renderli lavoro operativo.
Insomma, eravamo d’accordo già su come si fa a trasformare i valori e gli ideali in operazioni quotidiane.
Forse questo è stato il vero e condiviso inizio che ha fatto da fondamenta per tutte le scelte successive, non solo parole ma già fatti.
Provo a darmi ora allora una prima risposta sulla nostra presupposta adultità.
Di quelle fondamenta cosa è rimasto nel 2025, le ricordiamo ancora?
Direi che le fondamenta ci sono, le stesse, salde e ancora giovani, condivise e agite costantemente in tutti i luoghi educativi delle nostre Cooperative, provate e riprovate, discusse, attaccate, ma riconfermate.
Ecco allora quello che non si è logorato ma che, tanto più oggi, possiamo dire necessario per essere certi di fare educazione:
- ogni bambino e bambina sono unici e preziosi per cui hanno diritto ad un progetto educativo individuale, rispettoso dei tempi e delle vicende famigliari
- ogni genitore deve essere sostenuto nei suoi percorsi di vita e trovare nella struttura educativa accoglienza, ascolto, condivisione, idee grazie alle professionalità di chi lavora
- ogni educatrice, coordinatrice, collega che collabora ai nostri progetti deve essere sostenuta, aiutata, formata in modo da “stare bene” ed essere al meglio per dedicarsi alla cura dei piccolissimi e delle loro famiglie.
E da qui che siamo partite e ancora ci spendiamo affinché non ci sia alcun tradimento.
Solo dopo aver convenuto e agito questa parte sono arrivate tutte le altre iniziative, idee e collaborazioni che contraddistinguono il nostro Consorzio e che lo caratterizzano per le parti gestionali, amministrative e formative.
Insomma, siamo partite dal cuore battente e poi il corpo è cresciuto . Una cornice bellissima e importante che illumina i contenuti. E… abbiamo fatto squadra.
Una squadra che dà la pappa ai bambini e bambine tutti i giorni (le nostre cucine e il nostro Centro Cottura), che ci fa trovare ogni mattina le nostre sedi pulite e pronte per la giornata, che amministra tutte le nostre dipendenti nelle mille incombenze, che si occupa dei nostri rapporti con Istituzioni, Aziende e territorio, che vigila sulle norme sempre in cambiamento affinché ogni passaggio sia corretto (il nostro ufficio) e infine che ci presenta alla nostra comunità come un contesto aperto, professionale, caloroso.
Ed è questo il compito di tutte e di tutti dentro i nostri luoghi educativi, ma anche fuori nel mondo che ci circonda e che frequentiamo. Proviamo tutte e tutti a vederlo non solo come un Consorzio di Cooperative che collaborano, ma come un modo di leggere e vivere la vita e la società.
Voglio ricordare un ultimo passaggio fondamentale che ci ha permesso, e attualmente ci permette ancora, di poter contare su una formazione e supervisione di primo livello per tutte le colleghe: la nascita nel 2001 di Archè- Formazione Educatori, il nostro ente formativo accreditato, nato come Associazione e trasformato da poco in Cooperativa Sociale, anche questo frutto di collaborazione tra le nostre professioniste del Consorzio e i professionisti di progetti formativi finanziati.
E oggi? Oggi è il tempo del futuro.
Generazioni di colleghe si sono aggiunte, la nostra crescita è stata costante, alle volte progettata, alle volte inventata, alle volte, con la speranza del cuore oltre l’ostacolo, solo invocata, ma siamo qui e siamo tante.
Confido che la grande e forte fondamenta che le madri fondatrici hanno immaginato e agito ci sostenga sempre tutte.
Sappiamo da tempo tutte come si fa:
Uno sguardo aperto, curioso, voglioso verso il mondo, gli altri, chi ci cerca, ma anche chi non ci fila.
Uno sguardo speciale, intimo, profondo verso i neonati, l’inizio del mondo.
Uno sguardo di comunione e intesa con chi ci lavora a fianco, anche se non lo chiede.
E infine uno sguardo, il più importante, a noi stesse, al nostro mondo interno, struggente, perdonante, stupefacente, assolutamente unico.
Così molto, se non tutto, sarà ancora possibile.